Abstract
La sentenza della Corte costituzionale n. 70/15 ha respinto l'eccezione di incostituzionalità riferita alla natura fiscale del prelievo sulle pensioni motivato esplicitamente per "la contingente situazione finanziaria" ed ha affermato l'incostituzionalità dell'art. 24 del DL 201/11 perché escludeva dalla perequazione le pensioni superiori a tre volte i trattamenti minimi, anziché le fasce di importo delle pensioni superiori, ed ha aperto la strada al Governo che ha reiterato la rapina sulle pensioni con il DL 21.5.2015, n. 65, riproducendo la normativa dichiarata incostituzionale con modifiche prevalentemente formali, aggravandola.
La "contingente situazione finanziaria" dovrebbe essere affrontata con misure fiscali a carico di tutti i cittadini e non dei soli pensionati, mediante il ripristino della progressività stabilita dall'art. 53 della Costituzione che è stata progressivamente abolita in danno delle fasce più deboli ed in favore dei gradi profitti; infatti nel 1973 l'aliquota IRPEF andava dal 10% per i redditi minimi (L. 2.000.000) al 72% per i massimi (L. 500.000.000), mentre attualmente va dal 23% per i redditi minimi (€ 15.000) al 43% per i massimi (€ 75.000); per quanto riguarda l'imposta sui redditi delle società è stata abolita la progressività ed è stata ridotta per tutti dal 37% del 2000 al 27,5% attuali.
Il DL 21.5.2015, n. 65, che ha riprodotto la normativa dichiarata incostituzionale aggravando il danno per i pensionati, va convertito in legge entro il 26.7.2015 ed è iniziata la discussione in Commissione alla Camera.
Occorre impedire che il DL 21.5.2015, n. 65, sia convertito in legge o che vi siano apportate modifiche che pongano a carico dell'intera collettività gli oneri necessari per affrontare "la contingente situazione finanziaria".
Lo SPI-CGIL ha formulato proposte di modifica interessanti, ma occorre che diventino oggetto della discussione parlamentare nel corso dei lavori per la conversione in legge del DL 21.5.2015, n. 65.
È consigliato di inviare una lettera all'INPS chiedendo il pagamento dell'intera perequazione anche per gli anni 2012 e 2013 e seguenti e di fare pressione sui rappresentanti in Parlamento di tutti i partiti (maggioranza e opposizione), affinché non convertano in legge il DL 65/2015 ovvero lo modifichino, assicurandone la copertura ponendo a carico dell'intera collettività gli oneri necessari per affrontare "la contingente situazione finanziaria".