Che cosa ne pensa lo SPI-CGIL

SENTENZA SULLE PENSIONI: LO SPI-CGIL NON LASCIA SOLO NESSUNO
Cosa si può realmente fare oggi rispetto alla sentenza della Corte Costituzionale? I ricorsi possono risultare inutili e costosi: meglio informarsi bene presso le nostre sedi che sono in grado di fornire a pensionati e pensionate gli elementi per decidere.

La sentenza della Corte Costituzionale sul blocco delle pensioni ha creato molte legittime aspettative.
Dopo la sentenza il Governo ha approvato un Decreto Legge parziale e insoddisfacente, ma già operativo e che quindi definisce la normativa di riferimento attuale: non c'è più il blocco Fornero; non c'è più la sentenza.

C'è il Decreto, che va convertito in legge entro 60 giorni.

Nel frattempo l'Inps ha assunto due posizioni precise:

  1. si è impegnato ad attuare in modo automatico le misure che il decreto e quindi la legge di conversione, stabiliranno, con la rata di agosto;
  2. ha inviato una circolare, a firma del Presidente Boeri, a tutte le proprie sedi, prescrivendo di non accettare domande di ricostruzione pensioni che facciano riferimento alla sentenza della Corte (perché è superata dal Decreto): in ogni caso, per richiedere una ricostruzione di pensione per risanare un danno, occorre che il danno si sia verificato, e ciò avverrà solo quando il decreto verrà applicato (quindi da agosto).

Così stanno - oggi - le cose: quelli che fanno firmare ricorsi vari; quelli che minacciano ricorsi a valanghe; quelli che chiamano i pensionati per "tutelarli"... quelli che illudono le persone prospettando cifre mirabolanti:

Sono come le sirene di Ulisse: attenzione!

Noi non promettiamo miracoli, noi lavoriamo per ottenere risultati chiari:

  1. il Governo deve aprire un confronto vero sul tema Previdenza con le Organizzazioni Sindacali Confederali, perché la riforma Fornero fa acqua da ogni parte e non c'è solo il problema dei pensionati;
  2. ci sono due punti specifici "nostri":
    1. la definizione di un sistema di perequazione annuale delle pensioni che non sia messo in discussione ad ogni legge di stabilità: chiediamo di ripristinare il sistema concordato con il Governo Prodi che garantiva il 100% fino a 5 volte il minimo e riconosceva a tutti una rivalutazione pro-quota;
    2. utilizzare le pensioni perequate al 2013, come base di calcolo per gli anni successivi, per evitare che la perdita di reddito continui a riprodursi nel tempo;
  3. i risparmi che si realizzano sulla previdenza restino nel sistema, costituendo un apposito fondo di sostegno alle pensioni dei giovani.

Questa è la posizione che abbiamo sostenuto al tavolo del Ministro Poletti nell'incontro del 15 giugno e che sosterremo nei successivi incontri, a partire da quello già definito del 16 luglio prossimo.

Lo SPI non lascia solo nessuno: le persone che intendono comunque presentare ricorsi vengano nelle nostre sedi. Le informeremo della situazione, le assisteremo nelle pratiche necessarie, metteremo a disposizione i nostri uffici legali, anche a tariffe convenzionate. Chiederemo di lasciare il proprio nominativo con l'impegno di chiamarle appena il quadro sarà definito e consentirà di valutare meglio la percorribilità di eventuali ricorsi.

Fare già oggi un ricorso è inutile e costoso:

  1. perché il ricorso sarebbe contro un decreto che potrà essere modificato dalle Camere e quindi non avere effetti;
  2. perché comunque non si è ancora prodotto il danno e l'Inps respingerebbe tutte le istanze.

Non ascoltate le sirene: lo SPI è con te ed è pronto a farsi carico delle tue esigenze e della tua decisione.

VIENI ALLO SPI: IL SINDACATO DEI PENSIONATI E DELLE PENSIONATE NON TI LASCIA MAI SOLO!

Rino Feleppa

COMMENTO
Condivido le risposte di Feleppa che però dovrebbe impegnarsi presso parlamentari della maggioranza e dell'opposizione, con lo SPI-CGIL, a far introdurre le correzione proposte con emendamenti al Decreto legge che dovrà essere convertito entro il 20.7.15.
È esatto che, allo stato, non è possibile fare ricorsi al Giudice poiché il Decreto legge del Governo ha cambiato la situazione mercé l'aiuto della Corte Costituzionale (condivido che chi li propone oggi ci vuole solo guadagnare) ed io infatti propongo l'iniziativa di inviare lettere all'INPS, di cui fornisco il testo, al costo di 5 euro l'una (ci guadagneranno le poste) per creare un clima prima della conversione in legge.
Sarebbe bene che lo SPI-CGIL rendesse pubbliche con urgenti ed ampie iniziative le pregevoli posizioni esposte da Feleppa, rendendo i pensionati partecipi e non soggetti passivi nella controversia, e non rinchiudesse il problema agli "specialisti" che, in genere, finiscono con l'essere d'accordo col padrone e fanno passare in sordina, con opposizione di sola facciata, le sue volontà.
La differenza tra la mia posizione e quella di Feleppa consiste solo nel fatto che io chiedo che sia modificato il decreto legge in sede di conversione, mentre invece mi pare che Feleppa, che ha senza dubbio maggior capacità di influenza di quanta ne abbia io, non si ponga il problema di intervenire nella fase di conversione in legge del decreto, ma pensi di aprire dopo un tavolo con il Governo; temo che il tavolo lo troveranno apparecchiato!
Non c'è tempo da perdere: occorre creare subito un movimento con la partecipazione dei pensionati.
Se in questi ultimi decenno non fossero state abbassate le aliquote dell'IRPEF per i grandi redditi (dal 72% al 43%) e le aliquote dell'IRES (dal 33% al 27,5%) e fosse introdotta per l'IRES la progressività, molti problemi finanziari della collettività sarebbero stati risolti.
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